Il Partito Comunista prende posizione sul discusso contributo in vista delle Elezioni federali: «Chi sogna che questi soldi servano a ridurre le disparità si sta illudendo»
BELLINZONA - Per bloccare il “miliardo di coesione” «ci vuole una sinistra anti-europeista a Berna». A sostenerlo è il Partito Comunista, che in una nota odierna ribadisce la propria contrarietà alla spesa a favore di alcuni Stati membri dell’Unione Europea.
«Il “miliardo di coesione” pagato dai lavoratori del nostro Paese finirà nelle mani di quei governi dell’Est Europa che hanno distrutto i loro Paesi, privatizzandone l’economia e obbedendo ai diktat della Banca Mondiale, dell’UE e della NATO» incalzano i comunisti, sottolineando inoltre che «il fatto che i partiti borghesi preferiscano prendere la decisione solo dopo le elezioni» ha il «solo obiettivo» di «farsi prima rieleggere in ottobre».
«Chi sogna che questi soldi servano a ridurre le disparità fra paesi europei si sta semplicemente illudendo. Chi pensa che questi soldi diminuiranno i flussi migratori non si rende conto che questi ultimi potranno ridursi solamente una volta indebolita la NATO e la sua politica guerrafondaia».
E per quanto concerne il programma Erasmus, le possibilità di un’interruzione non sembrano destare particolari preoccupazioni. «Le università svizzere sono ampiamente in rete con il mondo accademico internazionale, per cui gli studenti del nostro paese potranno continuare a beneficiare di queste opportunità».
Il Partito Comunista, lo ricordiamo, correrà alle prossime elezioni federali con Angelica Forni e Lea Schertenleib.